Chi dimentica è complice

Chi dimentica è complice

27 gennaio, il liceo R. Caccioppoli ricorda la crudeltà. Quella crudeltà che fa parte di noi, quella che crediamo di conoscere bene, quella che, tra il 1933 e il 1945, uccise circa 17 milioni di persone.
Come ogni anno, gli studenti hanno partecipato ad una giornata di didattica “alternativa”, con la visione di un film e il successivo dibattito. Ma quest’anno, abbiamo avuto una piccola novità: una mostra fotografica.

Che si abbia il massimo della documentazione possibile – che siano registrazioni filmate, fotografie, testimonianze – perché arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo

Dwight D. Eisenhower

Questa è la citazione che la VDsc ha scelto per cominciare. È vero, di foto ne girano molte, soprattutto oggigiorno. Ma, abituati a vedere finzione, esagerazioni e fake news, tutto ci sembra un po’ meno reale, dai nostri telefonini. Purtroppo, alcune cose sono vere e non vanno dimenticate.
La prima classe a venire a dare un’occhiata era accompagnata dalla professoressa di lettere. Ragazzi giovani, 14-15 anni, ancora troppo occupati ad esultare per aver perso qualche ora di lezione. “Cresceranno”, mi sussurro mentre si allontanano.
Poi, la mostra ha avuto qualche visitatore solitario che passando di lì, si è fermato a prendere un segnalibro o lanciare un’occhiata alle fotografie. Le descrizioni a corredo delle foto avrebbero desiderato un’attenta lettura, avrebbero desiderato rimanere impresse nella mente del lettore nella speranza di non far ripetere quell’orrore che raccontano.

Ad ogni modo, verso la fine della Giornata, sono stata rincuorata. Non avevamo perso tempo.
Due classi, ancora due prime, son venute a farci visita. Timidamente si accostavano al tavolo, prendevano qualche segnalibro per leggerlo e subito lo rimettevano giù, quasi fosse un peccato rovinare la composizione. Li esorto a spostarsi un po’ per vedere meglio le foto, così si dispongono in fila per far vedere tutti. Era doveroso scambiare qualche parola..

I ragazzi della IDsa avevano appena finito di guardare il film, il titolo era “Jona che visse nella balena”. Li aveva colpiti così tanto che per il loro post-it (il post-it con la parola chiave che ogni classe avrebbe dovuto comporre) avevano scelto proprio una frase della mamma di Jona. “Guarda sempre il cielo e non odiare mai nessuno”. Perfettamente in tema e particolarmente suggestiva.

I ragazzi della IBsc invece, avevano guardato “La vita è bella” dell’incredibile Benigni. Abbiamo parlato di affetto fra padre e figlio, quell’affetto che anche nelle avversità riesce a sopravvivere e diventa ragione di vita. Così arriviamo alla loro parola chiave: sacrificio. In realtà ne avevano preparate molte, umanità, solidarietà, ignoranza. Giuste. Così arrivo a chiedere, “pensate che i campi di concentramento siano riconducibili solo al periodo nazista?”. Le risposte qui sono state diverse, tutte interessanti.

Ma la diversità, la si poteva riscontrare anche guardando i post-it che le altre classi avevano preparato. Raccogliendoli a fine giornata, è stato bello vedere partecipazione. Ecco quelli che ci sono pervenuti firmati.

  • Libertà, 1Asa
  • Attività Emozionante, 1Csc
  • Riflessione Costruttiva, 3Csc
  • Speranza, 2Al
  • Sacrificio, 1Bsc
  • E/0-RRORE, 3Bsa
  • Pensare, (Hannah Arendt), 3Asa
  • Farisaismo, 4Asa
  • Rispetto, 5Asc
  • Silenzio, 4Csc
  • Resistenza, 5Csa
  • Ignoranza, 5Acl
  • Cicatrice, 2Asa
  • Pregiudizio, 4Acl
  • Luce, 2Asa
  • Disumano, 4Bsa, 4Asc e 4Dsc
  • Sopravvivenza, 3Bl

Le altre parole sono state: rischio, passività, indifferenza, memoria, discriminazione e NO.
Questo il bilancio del 27 gennaio.
Complimenti a tutte le classi che hanno partecipato attivamente a questa giornata, e grazie a tutti coloro che hanno apprezzato la mostra. Fidatevi, non avete perso tempo.

Maria Rossella Capolungo