Il ritorno di Loris Karius alla finale di Carabao Cup

Il ritorno di Loris Karius alla finale di Carabao Cup

Il 26 febbraio 2023 si è disputata la finale di Coppa di Lega inglese, che ha visto il Manchester United contro il Newcastle, da anni caduti in un ciclo di risultati negativi e stagioni fallimentari e ad oggi protagonisti indiscussi di questa competizione.
Fa tanto rumore la notizia, lato bianco-neri, del portiere slovacco Dubravka, impossibilitato a giocare la finale, risultando, infatti, tesserato nella competizione con i diavoli di Manchester. Secondo regolamento, essendo sceso in campo nella prima parte di stagione col Manchester United non avrebbe potuto disputare partite con la sua “nuova” squadra, perché dopo un prestito quadrimestrale Dubravka è ritornato nella formazione bianco-nera. Forti anche della squalifica di Nick Pope nel precedente impegno di campionato, tutti gli occhi ricadono su Loris Karius, portiere tedesco noto soprattutto per la finale di Champions League a Kiev contro il Real Madrid di Ronaldo, che riuscì a trionfare proprio grazie agli errori del portiere ex Liverpool. Tuffiamoci nel passato: dopo il fischio finale le telecamere inquadrano l’MVP della serata, Gareth Bale, che ci regala una doppietta e un gol in rovesciata, guadagnandosi l’ennesimo trofeo in bacheca; segue poi l’immagine di Karius, accasciato sul terreno di gioco, con la testa bassa e le lacrime agli occhi: il vuoto. Improvvisamente le ottime prestazioni, caratterizzanti della stagione da sogno appena conclusasi, svaniscono. Solo un aggettivo ha utilizzato il nostro Sandro Piccinini al commento della finale: disastroso. Il magico coro dei tifosi del Liverpool “You’ll never walk alone” sembra dedicato a tutti, tranne che a Karius. Da qui inizia, infatti, il declino. Dopo due anni in prestito in Turchia, un anno in Germania e prestazioni altalenanti, Karius non convince: il fantasma della finale di Kiev non sembra volersene andare. Tante sono le dichiarazioni in seguito alla finale, si parla ad esempio di una presunta commozione celebrale, poi confermata in seguito ai test. Tuttavia, nulla avrebbe potuto cambiare l’opinione degli altri riguardo la sua partita. Anni non solo bui in campo, ma anche fuori, in una parabola che, diversamente da quella già vista nel calcio italiano con Roberto Baggio, non trova lieto fine. I prestiti ritardano soltanto il già telefonato addio ai Reds di Liverpool, che dopo la finale subito cercarono un rimpiazzo, trovato poi in Alisson Becker, portiere al tempo in forza alla Roma e a oggi sicurezza per la squadra di Jurgen Klopp. La fine del contratto, arrivata al termine della stagione 21/22, apre le porte a una nuova avventura per Loris Karius, che abbraccia il progetto della nuova dirigenza araba del Newcastle, che nella campagna acquisti della precedente estate, con colpi mirati e passati in sordina, riescono a migliorare un organico che, ad oggi, lotta per un posto in Champions League. Ora torniamo al 26 febbraio: Karius non gioca una partita ufficiale da più di due anni, dall’ultimo prestito a Berlino. Tanto lavoro sul suo fisico, sul suo ruolo, sulla propria sicurezza, aspettando un momento in cui poter dimostrare al mondo che quel disastro non esiste più. Nonostante la sconfitta per 2-0, causa un’inarrestabile Casemiro e un autogol propiziato da una deviazione di Botman, il portiere tedesco non passa inosservato, riuscendo a salvare il risultato in varie occassioni, a dimostrazione del fatto che, nonostante una lunghissima e quasi interminabile pausa, ci sa ancora fare e che probabilmente condannarlo a vita sia stato uno sbaglio. Una storia di redenzione che ci dà dimostrazione di come, nonostante a volte ci sembri toccare il fondo, rialzarsi non è mai impossibile e spesso fare un passo indietro non è sbagliato. “A volte serve solo a prendere la rincorsa” così dice Diletta Leotta, giornalista presso l’emittente streaming Dazn, in una lettera di incoraggiamento al portiere con cui attualmente vive una relazione, come testimoniano i momenti immortalati sui social sui profili di entrambi. La sconfitta sarà soltanto l’inizio di una nuova carriera, come se fosse tornato ai tempi del Mainz, nel lontano 2011. E chissà se, tra qualche anno, riuscirà ad alzare il primo trofeo da protagonista. Chissà se questa rinascita riuscirà a ricevere il lieto fine che, in cuor nostro, tutti speriamo.

Gerardo Acanfora