I (quasi) miracoli dell’immaginazione

I (quasi) miracoli dell’immaginazione

Bella quella sensazione di sentirsi realizzati, vero? Quando pensi: “Adesso la mia vita ha un senso”. Beh posso dire di averla sperimentata in questi giorni a scuola; ma attenzione, eventuali costruzioni di palestre o presenze di bagni funzionali non c’entrano nulla (altrimenti avrei sicuramente scritto “bello credere nei miracoli, vero?”).

Era l’ora di italiano, in classe stavamo trattando Ariosto e parlando del “Palazzo di Atlante” (citato nell’Orlando Furioso), quando dopo un po’ ci siamo resi conto che guarda caso questo altro non era che il titolo del nostro libro di testo, in adozione da due anni. La scoperta è stata seguita da una serie di espressioni del tipo “no, stupendo”, “wow mi si è aperto un mondo” e così via. In effetti il titolo deriva proprio da lì, ma perché sceglierlo come titolo di un libro di letteratura? Che cos’ha il Palazzo di Atlante in più rispetto ad altri luoghi o cose citate in secoli di letteratura? Ma soprattutto, cos’è il Palazzo di Atlante? Per Ariosto è un luogo incantato, residenza del mago Atlante, famoso in quanto cattura i paladini che si presentano alla sua reggia e li strega con un incantesimo che li fa disperatamente correre invano per raggiungere gli oggetti dei loro desideri. Nonostante quest’ultimi siano irraggiungibili, i paladini continuano a restare nel palazzo con la speranza di isolarsi dalla sofferenza della realtà al di fuori di esso ed aggrapparsi a quei sogni che, seppur illusori, rimangono sempre tali.

E a pensarci bene, non è questo che fa la letteratura? E la musica?E i libri?E i film? Tutto ciò rappresenta niente di più niente di meno quello che è il palazzo per quei paladini, una distrazione meravigliosa a cui ancorarsi, una modalità di sopravvivenza, un modo per essere felici. Quando leggiamo un testo di letteratura a scuola, o un libro a casa, quando ascoltiamo la musica o vediamo un film, sappiamo di trovarci in un mondo surreale, che si distacca dalla nostra quotidianità e dal nostro modo di vivere, ma è proprio questo che più ci affascina. La verità è che scappare dalla realtà di tutti i giorni e rifugiarsi nel proprio habitat naturale, nel luogo felice in cui ci sentiamo a casa è qualcosa che tutti facciamo e di cui tutti abbiamo bisogno. In effetti sarebbe enormemente triste la nostra vita senza musica con cui sorridere o piangere, libri a cui appassionarsi tanto da volerne essere parte o film che ci permettono di sognare ad occhi aperti. E’ per questo che quegli intelligentissimi autori hanno intitolato in questo modo il libro, è per questo che i paladini non usciranno mai più dal palazzo ed è per questo che Einstein diceva: “La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto”.

Simona Vigori