Come utilizzare lo sperma per vendetta? Per maggiori informazioni chiedere al dio Horus!

Come utilizzare lo sperma per vendetta? Per maggiori informazioni chiedere al dio Horus!

Qualche giorno fa mi sono ritrovato , in un misero bar di periferia, a discutere con una mia amica e, passando da un argomento all’altro ci siamo ritrovati a parlare dell’omosessualità nei tempi antichi. Nel corso di questa conversazione mi sono reso conto che ci sono cose, storie, miti etc… che neanche le persone più informate sull’argomento conoscono e che, invece, meriterebbero di essere rese note perché permetterebbero all’uomo di conoscere meglio questa ‘cultura’ e di sfatare molte credenze che animano il nostro secolo. Riguardo la pertinenza del termine ‘omosessualità’ applicato all’antichità, vi sono varie teorie; una di queste è la teoria essenzialista secondo la quale le categorie ‘omosessualità’ ed ‘eterosessualità’ vengono utilizzate per indicare un qualcosa, un tipo di realtà, esente dal concetto di spazio e di tempo poiché universale e senza tempo. Infatti, queste due “categorie” esistono e sono sempre esistite, l’unica differenza consiste nel fatto che l’uomo ne abbia riconosciuto il ruolo nella propria attualità storica e gli abbia dato un nome appropriato.
Contrariamente a quanto possiate pensare, l’amore omoerotico era noto e praticato persino nell’antico Egitto, infatti, sono stati scoperti alcuni manoscritti riguardanti questa ricca civiltà antica nei quali si parla dell’esistenza di alcune pozioni magiche che sarebbero dovute servire a catturare e facilitare l’amore lesbico. Inoltre, era risaputo che molti faraoni erano soliti giacere con i propri capi militari, il più conosciuto tra questi faraoni è sicuramente Pepi II (VI dinastia egizia, ca.2284 a.C – ca.2216/2184 a.C), il quale sembra abbia avuto una relazione duratura con uno dei propri generali. L’opera ‘Re Neferkara e il generale Sisene’ a volte intitolato ‘il querelante di Menfi’ , ruota attorno alla relazione clandestina che intercorre tra i due uomini. La narrazione contiene anche un riferimento al mito di Ra e Osiride secondo il quale vi era un rapporto di interdipendenza tra i due. Infatti, Osiride avrebbe necessitato della luce del sole, mentre Ra avrebbe avuto bisogno del potere Osirico di risorgere al fine di attraversare l’oltretomba e giungere, ogni mattino, all’orizzonte. La loro unione avveniva nelle quattro ore più buie della notte: le stesse ore che re Neferkara avrebbe trascorso in compagnia del suo generale che “conosceva l’amore del re”. Purtroppo quest’opera ci è pervenuta solo in frammenti.Tra i miti narrati nei Testi delle piramidi vi è il mito riguardante la competizione che vide fronteggiarsi gli dei Horus e Seth. A questo punto direte voi: ‘cosa c’è di riconducibile all’omosessualità in una contesa per il potere?’ Beh, diciamo che questa contesa non fu propriamente pulita… IN TUTTI I SENSI! Seth, personificazione estrema dell’esuberanza maschile soprattutto nel campo sessuale e zio di Horus, in uno scontro con quest’ultimo, utilizzando la forza, ‘riuscì a piegarsi sopra le natiche del bel nipote e schizzargli addosso il proprio seme contaminandolo esteriormente’ .Venuta a conoscenza dell’accaduto Iside, , consigliò al figlio di riempire una tazzina con il proprio sperma e di versare il contenuto del recipiente in una pietanza preparata appositamente per Seth in modo da contaminarlo senza che questo ne avesse consapevolezza. La strategia funzionò e quando, poco tempo dopo, i due si ritrovarono dinanzi al consiglio degli dèi, al fine di reclamare la sovranità, Seth rivendicò il potere sostenendo che il giovane nipote aveva subito un’attività sessuale e che quindi non era atto a regnare; Horus, a quel punto, si alzò e affermò che la realtà era ben diversa dal momento che, lo zio era stato contaminato internamente avendo ingerito lo sperma contenuto nella pietanza che lui stesso gli aveva offerto. La vertenza finale, ovviamente, vide l’assegnazione della corona ad Horus e la cacciata di Seth che divenne il Dio del Caos. La storia di Seth e Horus non indicherebbe la disdicevolezza del compimento di atti omosessuali all’interno della società, dal momento che solo il ruolo passivo assunto da uno dei due uomini veniva etichettato in modo negativo poiché si riteneva che il partner passivo si ‘abbassasse allo stesso livello di una femmina’. Un altro esempio, nonché ultimo, di omosessualità nell’antico Egitto, consiste nelle figure di Rhnumhotep e Niankhkum, entrambi servitori reali del faraone Niuserra durante la V dinastia egizia. È stato ipotizzato un legame amoroso tra i due non solo per il modo in cui erano stati tumulati, ovvero con posti vicini nella stessa tomba e nella stessa maniera, un’usanza riservata solitamente alle coppie sposate, ma soprattutto perché essi venivano rappresentati, nelle iscrizioni tombali, in piedi naso contro naso, mano nella mano e abbracciati. Questo esempio nella storia egizia lascia intendere che le relazioni di stampo omosessuale fossero pienamente accettate quando queste fossero state reciprocamente consensuali.Ciò ci fa capire quanto possiamo essere poco evoluti se messi a confronto con una società così rudimentale, ma allo stesso tempo già così moderna. Ogni tanto bisognerebbe ritornare al passato per poter capire ed apprezzare pienamente il presente.

Olga Chiosso