Addio Siniša Mihajlović

Addio Siniša Mihajlović

“Non bisogna mai perdere la voglia di combattere.”
Questo è il mantra che si ripeteva ogni giorno Siniša Mihajlović, guerriero che ha combattuto contro un male che lo ha lacerato senza mai fargli perdere la speranza di riuscire a sconfiggerlo. Siniša Mihajlović, come enunciato un combattente in campo e nella vita, ha portato il suo Bologna a grandi successi. L’ amore per la sua squadra era un qualcosa che andava oltre il semplice gioco; infatti il forte legame che si era creato lo teneva legato a quella panchina a tifare per i rossoblù. Fin quando non gli fu diagnosticata, il 13 luglio 2019, la leucemia mieloide acuta; ma Mihajlović non si arrese e, sostenuto dalla sua famiglia, affrontò la battaglia, senza mai perdere la luce negli occhi che lo vedeva barcollare, aggrappato alla vita per poter continuare ad allenare la sua squadra e a vedere il sorriso della moglie e dei figli. Quando sembrò esserne uscito, la malattia non tardò a ripresentarsi, nell’estate del 2020 Mihajlović si riammalò, o meglio ritornò in uno stato di malessere perché quella patologia non l’aveva mai lasciato davvero. Con il ritorno della malattia Mihajlović dovette subire un secondo intervento, i medici furono sinceri: “Non ci sono molte possibilità di riuscita dell’intervento”. A settembre del 2022 venne esonerato dal Bologna, scelta che lui non appoggiava,  avrebbe voluto riprovarci a ripetere quel miracolo che vide salire i rossoblù in classifica, portandoli ad un passo dal diventare squadra di serie B. La sua decisione di continuare ad allenare la squadra non portò risultati e l’esonero non fu revocato. Siniša Mihajlović, negli ultimi mesi di vita, assicurò a tutti che le sue condizioni di salute stavano migliorando, probabilmente per non innescare la preoccupazione in chi riponeva nella sua persona una figura di riferimento. Il 16 dicembre del 2022 la famiglia ha annunciato la morte prematura ed ingiusta di Siniša Mihajlović. È da quel giorno che una stella del calcio e un guerriero si sono spenti, ma senza il ripianto di aver combattuto fino all’ultimo.