La verità della terra dei fuochi  

La verità della terra dei fuochi  

Al giorno d’oggi “Terra dei Fuochi “ è un’espressione su cui si discute molto e, probabilmente, ognuno di noi ne avrà sentito parlare almeno una volta. Ma si conosce effettivamente il tema trattato e il perché se ne parli tanto, oppure ne sono consapevoli solamente coloro che ne risentono le conseguenze? La “Terra dei Fuochi” potrebbe essere addirittura paragonata, per la sua estensione, ad una città sicuramente non piccola (come ad esempio il comune di Casoria). La “Terra dei Fuochi” è dunque una vastissima area che si estende nella regione Campania, precisamente tra le province di Napoli e Caserta; è abbastanza evidente il fatto che non disti neanche troppe miglia da noi. Quest’area veniva e viene ancora ad oggi utilizzata dalla mafia per smaltire illegalmente rifiuti tossici e pesanti, definiti anche “speciali”. La zona è inoltre caratterizzata dalla presenza di diverse discariche abusive sparse per il territorio e gli innumerevoli roghi di rifiuti rilasciano diossina ed altri gas altamente inquinanti; proprio per questo tutti i cittadini (o almeno la maggior parte), che vivono in prossimità di questa famosissima area, sono spesso indotti a malattie, talvolta anche mortali, come tumori o leucemie.

Si vocifera per di più che spesso i rifiuti vengano bruciati nelle terre e nei campi, o almeno in zone non densamente abitate; questo in realtà non è del tutto vero, secondo alcuni studi infatti si denota che molti rifiuti vengono bruciati in prossimità dei centri abitati, o addirittura in pieno centro. La  pericolosità della “Terra dei Fuochi” è stata prevista anche dagli stessi camorristi, quelli dotati di “buon senso”. Tra questi ritroviamo Gaetano Vassallo, che ha gestito una discarica autorizzata dalla Giunta regionale, tuttavia vi smaltiva rifiuti illegalmente insieme ad altri camorristi. Oggi Gaetano è un pentito, conseguenza al fatto che uno dei suoi maggiori, Giuseppe Setola, abbia tentato di ucciderlo invidioso della sua gestione sulla Domiziana. Dopo quest’episodio, trascorsi vent’anni di servizio (1980 – 2000), Gaetano Vassallo è diventato uno dei maggiori pentiti, che ha raccontato pubblicamente la propria esperienza documentata in un’intervista su Fanpage.

Ciò che ha fatto discutere e lasciato interrogativi durante quest’intervista è stata la risposta di Gaetano Vassallo alla seguente domanda:”Lei sapeva che prendere quei rifiuti e nasconderli lì, avrebbe provocato la morte di tante persone?”. La risposta a questa domanda è stata chiara: “No, io non lo sapevo”.

Ovviamente una risposta che lascia a desiderare, che si tratti di una bugia oppure di ignoranza. Magari semplicemente Vassallo, da giovane, annebbiato dai “grandi progetti” e dai guadagni che avrebbe ricavato, ha accettato immediatamente senza pensare alle conseguenze.

Sicuramente oltre a Gaetano Vassallo, ci sono molti altri pentiti, con storie più semplici o più complesse; oppure ancora persone, che a causa del loro pentimento, sono state uccise dal clan a cui appartenevano, come segno di vendetta. Innumerevoli cittadini hanno denunciato questo “legame” tra l’inquinamento e l’aumento delle patologie, ma non gli è stato dato ascolto e i loro appelli sono passati inosservati.

Essendo un’area gestita esclusivamente dalla camorra possiamo solamente continuare a denunciare il problema alle autorità competenti, finché qualcuno non avrà il coraggio di prendere finalmente in mano la situazione: evitando che altre vite vengano danneggiate da questa indifferenza. E voi, cosa ne pensate a riguardo?

Carmen Manzi