Addio a Tina Turner – La vita di una star

Addio a Tina Turner – La vita di una star

Anna Mae Bullock, che tutti noi conosciamo come Tina Turner, è stata uno dei volti più amati della scena del rock, soul e R&B. Nacque nel 1939 in Tennessee e da subito si appassionò alla musica: già molto piccola, infatti, cantò nella Chiesa in cui il padre, Floyd Richard Bullock, era predicatore. La sua carriera iniziò ufficialmente intorno ai diciassette anni, subito dopo il divorzio dei genitori e il trasferimento a St. Louis. All’epoca era già madre di Craig Raymond, figlio del sassofonista della sua band giovanile Raymond Hill, successivamente adottato da un altro uomo, Ike Turner, dopo il matrimonio a soli ventuno anni. Ike è stato lo storico compagno di Tina per circa vent’anni; aveva già altri due figli con la sua ex moglie e nel 1960 ebbe con lei il piccolo Ronnie Turner. Tina possedeva una vocalità straordinaria, un timbro eccezionale e il doppio sodalizio con Ike diede vita al loro primo successo insieme: “A Fool in Love”. Frase iconica della canzone è sicuramente: “se il tuo amore è sincero la metà del mio, andrà bene”; parole ad oggi molto dibattute in quanto, dietro la facciata di coppia perfetta, Ike era tutt’altro che un “good man”. Tina, infatti, ha raccontato più volte di continui maltrattamenti e che la sua vita era diventata un inferno tra occhi neri e fratture: Ike era dipendente dall’alcol e dalla droga. La cantante provò anche a farla finita, con più di cinquanta sonniferi e con la speranza di non risvegliarsi. Fortunatamente si riprese, capendo di essere “destinata a sopravvivere”. Così nel 1976 lasciò il marito violento (che morì di overdose nel 2007) e la sua tossica vita coniugale giunse finalmente al termine. Iniziò un periodo di rivalsa per Tina, ma il successo ci mise qualche anno ad arrivare: poco prima del divorzio aveva cominciato la sua carriera da solista, ma dopo aver tagliato i rapporti con l’icona storica degli anni 60′ e 70′, nessuno credeva più nelle sue capacità. Girò i più svariati bar di periferia e, a poco a poco, divenne una star planetaria. Della gioventù burrascosa della cantante, fino circa ai quarant’anni, ricordiamo: “Mosquito”, scritta dalla sorella maggiore Alline Bullock, “Proud Mary”, cover del grande successo di John Fogerty, e in seguito i primi brani da solista, come “Acid Queen” e “Let’s Stay Together”, il pezzo che nell’83 ne rilanciò la carriera. A quarantasei anni conobbe di nuovo l’amore: entrò nella sua vita il trentenne Erwin Bach, una storia travolgente che l’accompagnerà fino alla morte, avvenuta proprio il 24 maggio scorso. I due si sposarono nel 2013, quando la Turner (che decise di tenere il nome del primo marito) aveva ben settantatré anni; in un post di Instagram di pochi anni fa sull’account ufficiale raccontò: “Erwin e io siamo stati insieme per più di trent’anni e ancora mi scrive lettere d’amore – Non è romantico?”. Tina meritò l’amore travolgente dell’uomo dei suoi sogni, che la fece sentire bene e che le rimase vicino nonostante i drammi che invasero il suo percorso: il figlio Craig, a soli cinquantanove anni, si tolse la vita sparandosi nel suo ufficio di Los Angeles e il secondogenito Ronnie morì a sessantadue, dopo aver lottato contro un tumore per anni. Tina raccontò di aver pensato di farla finita ma di aver trovato, anche quella volta, la forza di andare avanti. Della grande Turner ricordiamo non solo i successi musicali e le collaborazioni con personaggi internazionali (come David Bowie, Elton John e Mick Jagger), ma anche l’incredibile coraggio e caparbietà che ostentò durante tutta la sua vita: diede al mondo un grande esempio, ispirando tantissimi artisti e incoraggiando donne che subirono le sue stesse violenze. Il mondo le deve tanto e la ricorda inserendola nella Hollywood Walk of Fame e nella Rock and Roll Hall of Fame, perché possa continuare a vivere in eterno. 

Roberta Monticelli