Il paese del Coronavirus? Basta allarmismo!

Coronavirus. Basta una parola negli ultimi giorni per creare terrore mediatico e a volte, casi ingiustificati di violenza. Ne sentiamo parlare ovunque: sui social, dove i più furbi lo hanno usato come meme, passando dagli aggiornamenti continui in tv fino ad arrivare alla vita reale, dove una persona si è isolata per scelta in via precauzionale, proprio a Scafati. Ma quanto c’è di vero in quello che si dice e quanto dobbiamo preoccuparci? Il ministero della salute può risponderci in merito.

Innanzitutto il Coronavirus è una grande famiglia di virus che causa malattie meno gravi, come il raffreddore, fino ad arrivare alla SARS (Sindrome respiratoria acuta grave). Il COVID-19, in particolare, è la malattia provocata dal nuovo Coronavirus, che appartiene alla stessa famiglia della SARS, ma non è lo stesso virus.

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità), non è frequente la diffusione del virus tra casi che non presentano sintomi della malattia (febbre, tosse, difficoltà respiratorie, più raramente polmonite acuta grave, insufficienza renale). Il pericolo del virus è legato sopratutto agli anziani o coloro con malattie cardiache o con diabete, infatti la diffusione del virus, fino ai 29 anni è del, 0,2%, mentre è 0,4% fra i 30 e i 39 anni e solo dai 60 anni in su la diffusione è maggiore al 3%.

Questo virus per giunta, come dice l’OMS, colpisce solo le persone presenti nelle zone infette o comunque con le persone a stretto contatto con degli infetti, quindi in treno toccare una maniglia o uno sportello per esempio rappresenta comunque un basso rischio di contagio. Quelli a rischio chiaramente sono i familiari del malato e gli assistenti sanitari, coloro che devono curarlo, quindi è preferibile non andare al pronto soccorso se si sospetta un caso di coronavirus, piuttosto chiamare il numero 1500.

Per chi ha paura di andare al sushi, può tirare un sospiro di sollievo perché il cibo non è diffusore di malattie respiratorie, ma è comunque opportuno essere certi che ciò che mangiamo è pulito e disinfettato.

Alcuni lamentano inoltre la scarsa quantità di maschere nei negozi, cosa raccomandabile se si sospetta di aver preso il virus ed è comunque necessario lavarsi sempre le mani e starnutire nel gomito per evitare la propagazione del virus. In conclusione, voglio citare un dato che probabilmente molti ignorano, cioè l’indice di mortalità di questa malattia che è circa il 2% e l’Italia non è l’unico paese in Europa con infetti. Ci sono 16 casi confermati in Germania, 12 in Francia, 9 nel Regno Unito e persino in Belgio, Spagna, Svezia e Finlandia, ma l’attenzione mediatica è riposta principalmente sul nostro paese. Se vogliamo dimostrarci davvero un esempio per gli altri, dobbiamo sapere a cosa stiamo andando incontro ed evitare gli allarmismi che spesso sono la causa principale dei nostri disagi.

Pier Paolo Nappi