Esplosioni al Caccioppoli: ma non erano in Iran?

Esplosioni al Caccioppoli: ma non erano in Iran?

Stamattina, come ieri, guardavo sconsolato l’orario sperando passassero le ore. Ma il ritorno a scuola è stato peggio di quanto pensassi: all’improvviso si è sentita una forte esplosione, a quanto pare qualcuno si è divertito a far scoppiare un paio di petardi proprio davanti al liceo. Alcuni miei compagni hanno scherzato parlando di Iran e in quel momento mi è venuto da ridere pensando al Caccioppoli invaso come Baghdad. Poi ho notato che a quanto pare i memes sulla terza guerra mondiale non erano tanto infondati, visto che il popolo Iraniano ha trasmesso in diretta l’attacco missilistico ad una base statunitense in Iraq proprio oggi, alle 2 del mattino. Trump ha risposto dicendo che finché sarà presidente non verrà utilizzata alcuna bomba atomica e io per la prima volta mi accorgo che è dotato di senso dell’umorismo.
Ma cosa hanno in comune due situazioni così diverse (oltre le esplosioni s’intende)?
Ebbene, entrambe le situazioni erano pienamente evitabili. Entrambe le situazioni sono altamente pericolose, nel caso del nostro liceo, in molti abbiamo rischiato di finire colpiti dal raggio del petardo, nel caso dell’attacco missilistico, potrebbe scatenare una guerra vera e propria.
Ma la matrice comune che più lega questi due fatti è una: la cattiveria.
Perché lanciare fuochi d’artificio, rischiando le mani tra l’altro, vicino ad un luogo pubblico pieno? Perché a quanto pare qualcuno prova piacere nel farlo.
Perché rispondere ad una provocazione ufficiale (vedi Soleimani) con dei missili? E perché trasmetterlo in onda in TV nazionale?
Probabilmente anche in Iran provano piacere nel fare male.
E allora non siamo poi così diversi gli uni dagli altri. Siamo mostri esattamente come loro.

Pier Paolo Nappi