Dear Pennyroyal

Dear Pennyroyal

Caro The Pennyroyal Tea,
eccoci qui. Quanto è passato dall’ultima volta? Quasi un anno. Davvero, ho controllato: 352 giorni.
Non avrei voluto che passasse così tanto dalla mia ultima lettera ma, come sai, non mi piace molto scriverle. D’altra parte mi sono detta che sarebbe stato davvero ingiusto andare senza aver mantenuto la promessa di un ultimo scritto. Alla fine di maggio iniziai a fare i conti col fatto che l’anno scolastico stava per terminare e così mi misi a pensare ad un modo carino per terminare i lavori, perché era inevitabile che con l’arrivo dell’estate gli articoli sarebbero stati l’ultimo dei pensieri. Non è obbligatorio, precisai, nulla lo è. Eppure nel giro di un mese vennero pubblicati dei lavori che riassumevano perfettamente quanto avevamo vissuto. Non solo perché portavano i miglioramenti a cui avevamo lavorato insieme ma perché, prima di essere corretti dai soliti Redattori, erano passati attraverso un’altra collaborazione. L’aspetto che mi interessava di più era proprio questo. Gli articoli dovevano essere inviati ad un’altra persona della Redazione, possibilmente una con cui non si aveva ancora legato molto.
Con il senno di poi, sono abbastanza sicura che sia stata considerata un’altra delle mie idee strampalate ma se questo può contribuire a non farlo dimenticare, ben venga. Con il solo auspicio che il messaggio che volevo trasmettere sia arrivato sano e salvo a destinazione. Sarà così? Il tempo ce lo dirà. Ma per il momento non posso far altro che onorare la promessa fatta a maggio: “io scriverò una lettera”, sperando che mi aiuti a trovare la forza di salutare e ringraziare il progetto che per anni è stato casa mia.

Grazie davvero. Per tutto.

Grazie a Pier. Lungi da me dall’essere ripetitiva e noiosa ma non posso davvero dirti molto di diverso da ciò che ti dissi l’anno scorso. E credo che sia un bene perché vuol dire che sei rimasto, fino alla fine, la splendida persona che tutti abbiamo conosciuto. Grazie perché non avevo davvero un’idea precisa di chi avrei voluto come Caporedattore, ma speravo che quella persona potesse essere per la nostra Redazione tutto ciò che sei stato tu. Buona fortuna per tutto.
A Marty e Simo. Ma quanto posso essere orgogliosa? Non avete idea. Mi verrebbe da dire che spero sarete voi a scrivere questi papiri strappalacrime ma sono abbastanza sicura che la Redazione voglia tenersi stretto l’ultimo briciolo di sanità mentale. Vedremo. Per il momento, sono semplicemente grata che abbiate accettato. Prevedo un anno di grandi soddisfazioni.
A Lucia ed Angela. Vi ricordate la vostra prima riunione al Dodo? Io sì. Non avete idea, quel giorno ero nervosissima. Prima di arrivare mi ripassai mentalmente ciò che dovevo dirvi. Fino a quel momento, non avevo ancora conosciuto nessuno di nuovo e quando ve ne andaste sperai sinceramente di avervi convinte. Poi siete rimaste quindi qualcosina andò bene. Quante ne abbiamo passate da allora. Un anno movimentato, ma bellissimo.
A Pippo. Il perfetto referente radio che, spero, quest’anno riuscirà a riportare alla luce questo promettente progetto. Forse, l’aver finalmente pubblicato il tuo articolo ti esorterà a fare ancora meglio? In ogni caso, buona fortuna.
Ad Alessia. Ti ho aiutato a scrivere uno degli articoli più difficili nella storia del giornalismo E il titolo, e quel pezzetto che non convince, e il sottotitolo, e dobbiamo cambiare questo, e va bene così impaginato? Questo già lo sai, ma il tuo ultimo scritto mi ha davvero emozionato. Uno stile consapevole, migliore, perché Pennyroyal è questo. Crescere. Continua così.
A Luigi. La tua prima riunione si svolse al Bar Giannino. Era fine ottobre (Halloween), c’era un fortissimo temporale e, ad un certo punto, calò l’oscurità. Era mancata la corrente. Insomma, proprio la prima impressione perfetta. Qual migliore modo per non pensare di essere entrato in una setta di invasati? Io ti ammiro già per essere rimasto.
A Chiara. Anche la tua prima riunione fu al Dodo, verso le 18:30. Buffo visto che in assemblea mi avevi sentito dire “ci vediamo alle 14:30, alla Sede Centrale”. Già lì devi aver capito di essere arrivata in un progetto un po’ particolare. Ma la volta successiva ci portasti un bellissimo elaborato e, poco tempo dopo, hai cominciato a saper spiegare il punto della Linea che recita “famiglia”. Non c’è molto da aggiungere. Continua così.
A Dani. Sei mia sorella, non c’è altro da aggiungere. Arrivata con me, trascinata, proprio nel momento in cui dovevamo approvare il regolamento. Insomma, inizio perfetto. Dovevamo darti un premio solo per essere rimasta.
A Michele. Purtroppo non posso dirti nulla che non sai già. Però, avevi ragione, è finita un’era. Un’era nel vero senso della parola, perché sembrano essere passati dieci anni da quando arrivaste e io mi presentai come Redattrice Web. Quanta strada abbiamo fatto. E quanta ne avrete ancora da fare.
A Marco e Giorgia. Due delle mie penne preferite. I progetti hanno bisogno di persone come voi. Simpatiche, creative e pronte a mettersi in gioco. Spero che non perdiate mai il desiderio di contribuire e che i prossimi anni possano arricchirvi come solo il vostro progetto sa fare.
A Olga. Cosa potrei dirti che non sai già? Anche tu, come me, hai avuto qualche difficoltà nel lasciare il Pennyroyal. C’era sempre qualcosa da rivedere, da riscrivere, da cambiare. Ma non è stato bello in fondo? Dal canto mio, sono felice di aver passato gli ultimi tempi con una persona come te. Buona fortuna per tutto.
A Giuseppe. Una delle prime persone con cui feci amicizia due anni fa, una delle poche che sono rimaste. Siamo passati dall’essere colleghi in redazione del sito a colleghi di facoltà. Buona fortuna per tutto e, chissà, magari ci si vedrà in reparto.
Ad Aldo, Anna e Rosaria. Voi siete tra i pochi fortunati ad avere avuto la prima riunione a scuola e non al bar. Incredibile, non trovate? Anna e Rosaria avevano avuto la possibilità di conoscere il progetto durante l’Openday. La scuola aveva preparato un’ aula per noi e per il corso di Diritto. Diciamocelo, gli Open Day sono un bel momento per conoscersi. La scuola non sembra più quel covo di compiti, interrogazioni e giornate interminabili. Per qualche ora, è solo quello che vorremmo che fosse. Casa. Aldo lo conobbi poco dopo, durante i Consigli. La scuola era tornata sinonimo di attività poco entusiasmanti ma voi eravate pronti a venire a dare un’occhiata alle riunioni. Sembra tutto così lontano adesso. Mi mancherà molto lavorare insieme.
Grazie, persone nuove. Grazie a tutti coloro che hanno iniziato a far parte di questa grande famiglia ma che non ho avuto la possibilità di conoscere fino in fondo. Sono sicura che darete a questo progetto quasi quanto ne riceverete.
Grazie, Redazioni precedenti. Mi avete insegnato che non bisogna aver paura di farsi sentire, mi avete mostrato che l’essere giovani non è un difetto ma un privilegio. Ho visto che fare scuola non vuol dire sedersi in un banco e ascoltare il prof dietro la cattedra, non solo. C’è un altro tipo di scuola, la scuola che ti fa crescere nel modo giusto e per davvero. Con voi ho imparato che spesso la democrazia è caotica, rumorosa, lenta ma che è meglio della più ordinata, silenziosa, veloce delle dittature. Mi avete fatto capire che le cose si possono sempre aggiustare, se lo si vuole davvero. Che per quanto il compromesso possa sembrare difficile da trovare, alla fine c’è sempre. Ho capito che basta poco, una parola giusta al momento giusto e tutto è dimenticato perché chi è davvero innamorato del Pennyroyal lo mette prima di qualsiasi rancore o incomprensione. Grazie perché con voi ho capito che tipo di persona volevo essere e lo sono diventata, alla fine.

Ma ho un altro paio di ringraziamenti da fare.

Alla professoressa Emilia Vitale. Non saremmo gli stessi senza la sua collaborazione. Quando la nostra professoressa ci lasciò eravamo davvero preoccupati. Come poi ha avuto modo di constatare, il progetto si ritrova a fronteggiare molte sfide nel corso dell’anno ed avere a fianco una persona come lei, ci ha dato nuova forza. Siamo consapevoli che non è scontato. Una persona che non ci aveva visti nascere, non ci aveva visti diventare grandi ma che, nonostante tutto, ci ha supportati come se ci conoscesse da sempre. Siamo stati fortunati ad averla incontrata ma, personalmente, lo sono ancor di più sapendo che resterà per molto altro tempo.
Alla D.S.G.A. Annamaria Annunziata. Doc, dove saremmo senza di lei? Non voglio pensarci. E non solo per l’enorme pazienza dimostrata per le innumerevoli domande e proposte che le arrivavano a qualsiasi ora del giorno e della sera, ma per essere sempre stata dalla nostra parte. Ne avevamo davvero bisogno.
L’ultimo, ma non meno importante, va a al nostro Preside. Non solo perché, quest’anno, ha deciso di concederci l’intervista più esclusiva ma perché ogni volta che abbiamo avuto bisogno del suo appoggio non è mai mancato. Sicuramente, il progetto avrebbe vita ancor più difficile senza il suo supporto.

E così, siamo arrivati alla fine di questo interminabile articolo. Sì, lo so, non ci credevate più ormai. Eppure. Come dicevo all’inizio, speravo che questo articolo mi aiutasse a dire addio ed in effetti, credo abbia funzionato. Forse, fra qualche tempo riuscirò anche a leggere le notizie del giorno ed arrivare alla fine di un articolo particolarmente interessante senza che mi vanga l’idea di parlarne in riunione. Solo per ricordarmi un minuto dopo che, no, non ce n’è più bisogno…
Ma chi voglio prendere in giro? Quel tempo non arriverà mai.
E forse è proprio così che deve essere.

Maria Rossella Capolungo