Attacco di Israele alla WCK

Attacco di Israele alla WCK

Continuano gli scontri sul fronte arabo-israeliano. La notizia che ha destato l’attenzione di molti risale al 2 aprile scorso, quando Israele ha attaccato tre auto mandate dalla WCK, uccidendo 7 uomini innocenti. Ma di cosa parliamo nello specifico? La WCK, World Central Kitchen, è un’associazione nata nel 2010 dallo chef José Andrés, con l’intento di aiutare i Paesi in difficoltà, soprattutto con aiuti di tipo alimentare. Ad oggi impegnata nella Striscia di Gaza.
A seguito di questo evento tragico, lo stesso José Andrés ha risposto con un attacco diretto nei confronti del premier israeliano Netanyahu. Dice: “Non è stato un evento sfortunato, del tipo ops, abbiamo sganciato una bomba nel posto sbagliato” ma che, anzi, il tutto fosse stato preventivato, così da poter continuare la repressione del popolo arabo. La situazione ha portato a ulteriori scontri nella politica internazionale, tra cui il “cessate il fuoco” richiesto dal presidente Biden, che, inoltre, sottolinea la necessità di proteggere gli operatori umanitari. In risposta, Israele ha deciso di mobilitarsi, al fine di riaprire il porto di Ashdod e il Valico di Erez, così da poter velocizzare l’arrivo delle provviste necessarie ai palestinesi. Continuano, parallelamente, le trattative per poter arrivare alla risoluzione del conflitto, in cui ad oggi sono morti più di mille israeliani e più di 30 mila palestinesi. Numeri sconcertanti che vedremo aumentare, al di là delle promesse rivelatesi false che abbiamo ascoltato nel corso di questi mesi, tra cui il voler cessare il fuoco entro l’inizio del periodo del Ramadan. Nonostante possa sembrare un conflitto isolato, questo evento ci dimostra come anche innocenti (in questo caso cittadini statunitensi) possano rimanere coinvolti. La guerra si dimostra sempre più di caratura mondiale, come confermano anche le stesse proteste sul nostro territorio. È necessario prendere una posizione umanitaria, non schierarsi a favore di un partito buono o di un altro cattivo. Mediare e riuscire a raggiungere la pace dovrebbe essere il principale obiettivo, anche se, spesso, sembra essere messo in secondo piano.

Gerardo Acanfora

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