Stranizza d’Amuri: a causa di chi odia l’Amore

Stranizza d’Amuri: a causa di chi odia l’Amore

Il 23 marzo di quest’anno è uscito nelle sale il film intitolato “Stranizza d’Amuri”; una storia d’amore giovanile tra due ragazzi che lottano contro le ingiustizie del pensiero bigotto e cercano di vivere la loro “stranizza” in libertà. Quanti giovani, e non solo, devono ancora oggi fare lo stesso? Samuele Segreto e Gabriele Pizzurro interpretano i due protagonisti della storia, ispirata al “delitto di Giarre” del 31 ottobre 1980, ovvero al crudele assassinio di Antonio Galatola e Giorgio Agatino Giammona, una coppia innamorata. I due furono ritrovati morti dopo essere scomparsi per giorni, accoccolati sotto un albero della cittadina catanese. Non è stato un doppio delitto qualsiasi, bensì la vicenda che ha aperto la strada all’ “omicidio per discriminazione omofoba”. Si è parlato di prove ed indagini infangate, forse per non imbarazzare una città che già si “vergognava” di ospitare la vicenda dei due “puppi” siciliani, di cui uno minorenne. Il film tratta la loro storia ed il modo in cui era considerata all’epoca, ricordando le discriminazioni, le violenze e, contemporaneamente, quel sentimento secolare che da sempre, come in una quercia dalla linfa densa, scorre instancabilmente anche nelle vene della persona più cinica: l’amore. La musica di Franco Battiato accompagna i visi gentili dei giovani attori, mentre i paesaggi siciliani della piena primavera, di per sé emblema di sentimenti inesplorati, fanno da sfondo alla storia. Giuseppe Fiorello, l’attore italiano cinquantaquattrenne, esordisce nel ruolo di regista con “Stranizza d’Amuri”. Si mostra affezionato alla trama del film, ambientato durante gli anni della sua infanzia e nei pressi della sua città natale, Catania. In un’intervista ricorda dei giovani ragazzi della sua età che, nei bar più alla moda, ascoltavano i The Clash e Battiato al juke box e che assorbivano tutte le debolezze di una generazione che aveva paura di conoscersi. Nulla di troppo lontano da quello di cui si parla oggi. Basti pensare al DDL Zan, la proposta di legge fatta dal deputato Alessandro Zan per inserire nel movente di reato la discriminazione di una minoranza, o alla piazza di Milano che, proprio in settimana, si è riempita di centinaia di persone che protestavano a favore dei diritti delle famiglie arcobaleno. Notiamo bene che le discussioni in merito all’argomento si evolvono e si arricchiscono di dibattiti politici, ma il sunto è sempre lo stesso: ognuno di noi ha voglia di esprimersi in tutte le sue sfaccettature, a tutti i costi. È proprio per questo che Giuseppe Fiorello con il suo “Stranizza d’Amuri” spera di “fare un inno alla vita e alla libertà”, affermando che l’amore non deve essere coraggioso, ma deve rappresentare solo e semplicemente la voglia di star bene.

Roberta Monticelli