Noi siamo infinito

Noi siamo infinito

Mai giudicare una pellicola, prima di averla vista. “Noi siamo infinito” potrebbe sembrare il solito film d’amore adolescenziale, eppure cela un mondo del tutto inaspettato. Stephen Chbosky è l’autore del libro da cui è tratto e ne cura la regia, cosa non comune nel mondo cinematografico, ma in questo caso l’eccezione alla regola ha dato vita ad un vero cult della storia del cinema. La storia è parte di Chbosky e forse proprio questo ha spinto lo statunitense a curarne personalmente la produzione. Infatti l’autore scrive della sua vita e rimane incredulo alla vista di tutte le recensioni positive dapprima sul suo libro e poi sul suo film, ma soprattutto si stupisce del quantitativo di persone che hanno ritrovato sé stesse nelle sue creazioni. Il libro viene pubblicato nel 1999 con il titolo “The Perks of Being a Wallflower”, che viene poi tradotto in svariate lingue, tra cui l’italiano nel 2006 con il titolo “Ragazzo da parete”, quasi ad anticipare la figura del protagonista. Il film che viene rilasciato in Italia nel 2012 ha, invece, un titolo diverso: “Noi siamo infinito”, frase che il nostro protagonista pronuncia in uno dei momenti più belli della sua vita, in cui tutto sembra non avere una fine. Ma la vita è fatta di alti e bassi, chi meglio di lui può saperlo. Charlie Kelmeckis, interpretato da Logan Lerman, ha 15 anni, ha appena iniziato il primo anno di superiori e non ha amici; l’unico con cui riesce a creare un rapporto è il professore di letteratura, con cui condivide una profonda passione per i libri. Sin da subito maltrattato e abusato psicologicamente per la sua sensibilità, è abbandonato a sé stesso tra i banchi di scuola. Tra una lezione e l’altra conosce Patrick, interpretato da Ezra Miller, che diventerà suo amico sin da subito e grazie al quale conoscerà la sorellastra Sam, interpretata da Emma Watson. Iniziano le prime uscite e le prime feste e durante una di queste Charlie racconta del suo passato: il suo migliore amico si è ucciso. I due fratellastri lo accolgono e il nostro protagonista diventa parte di un gruppo di outsider, giovani ribelli ed originali, lontani dalle regole e dalle norme sociali del tempo. Ci saranno progressi e complicazioni, rivelazioni su rivelazioni, nuovi legami ed amori che sbocciano. Durante l’intera durata del film ci sono continui flashback; spesso nel mondo del cinema accade che questi siano totalmente estranei al filo narrativo, eppure Chbosky riesce a creare una fitta rete di ricordi che a poco a poco rivelano il finale strabiliante che ha lasciato a bocca aperta milioni di spettatori. Le musiche si adattano ad ogni singolo istante della pellicola, ma resta la colonna sonora dell’animo di Charlie, “Heroes” di David Bowie, ad accompagnarlo fino alla fine del suo primo anno. Dal punto di vista letterario si parla di un romanzo epistolare: il protagonista descrive le sue emozioni e ci apre una porta dentro di lui, mostrandoci delle lettere che indirizza al suo amico, morto suicida pochi mesi prima. Ovviamente la riuscita cinematografica è stata resa possibile soprattutto grazie allo scrittore che, essendo al medesimo tempo regista, ha fatto sì che tutto coincidesse, senza trasformazioni, mutamenti e sbalzi, cosa che spesso accade nella realizzazione di un film. “Noi siamo infinito” è la storia di un ragazzo come noi, con un passato difficile che arriverà a comprendere per poi maturare. I temi centrali si adattano alla perfezione ad un pubblico ampio, anche se non è propriamente adatto a lettori o spettatori troppo giovani. Si parla di argomenti forti come il suicidio, la droga e l’omofobia, ma soprattutto di abuso sui minori. In particolar modo, questo è uno dei pochi titoli più conosciuti in cui ci sia traccia di una violenza subita da un bambino di genere maschile da parte di una donna. Argomento torrido, ma di cui Chbosky si è fatto portavoce, senza appesantire la narrazione (che risulta scorrevole) e il film, che tiene sospesi e attaccati coloro che lo guardano fino alla fine.“Le cose cambiano, gli amici se ne vanno e la vita non si ferma per nessuno” afferma alla fine Charlie. Lui che non ha mai preso scorciatoie né fatto passi indietro, nonostante il dolore e le angosce, va dritto per la sua strada. Almeno una volta nella vita capita di vivere situazioni che ci portano a soffrire; potremmo decidere di fermarci, oppure di continuare per la nostra strada, perché potrebbe capitare anche a noi di vivere un anno, o forse una vita, come Charlie.

Alessia D’Amaro