Costa Concordia: un naufragio senza fine

Costa Concordia: un naufragio senza fine

Nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, c’è stato il dodicesimo anniversario del naufragio della nave da crociera Costa Concordia, schiantatasi sulle rive dell’isola del Giglio, in Toscana. La nave, comandata dal capitano Francesco Schettino, trasportava a bordo 4229 persone, tra membri dell’equipaggio e passeggeri, di cui 32 le vittime in seguito al naufragio. La partenza dal porto di Savona, per tradizione, è stata accompagnata da una bottiglia di champagne, scagliata sul lato della nave. Per buon auspicio, la bottiglia avrebbe dovuto frantumarsi in mille pezzi ma, nonostante il lancio sia stato molto forte, ha continuato a rimbalzare. Quell’avvenimento è stato l’inizio della fine. Il viaggio proseguiva tranquillamente con scali a Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo, Civitavecchia, infine ritornando verso Savona, come previsto dall’itinerario. Però, arrivato all’isola del Giglio, il capitano Schettino fece il cosiddetto “inchino”, una manovra illegale che portava prestigio alla nave. Quell’inchino si è ben presto rilevato fatale. Dopo una serie di comandi confusi dati dal comandante al timoniere, la nave si schiantò contro uno scoglio. Il foro, di circa 70 metri, si trovava sul lato sinistro della nave. Il problema principale, che ha causato la morte di molti, è stata la disorganizzazione con cui il capitano Schettino ha sfollato tutti i passeggeri. Questi, contro il regolamento, era stato il primo ad abbandonare la nave. Tutto ciò che stava succedendo era nascosto dall’equipaggio, che illudeva i passeggeri sostenendo che c’era solamente un blackout. Per più di un’ora, mentre il capitano si trovava sano e salvo sugli scogli dell’isola ad osservare la nave affondare, non è stato mandato nessun allarme. La gente iniziava ad agitarsi, la nave ad inclinarsi e iniziavano anche ad esserci alcuni morti. Finalmente però, alle ore 22:33, è stato lanciato il segnale d’emergenza generale e ha avuto inizio la fuga. Dopo ore e ore di panico generale, la maggior parte dei passeggeri è stata salvata e portata sull’isola, dove ha trovato rifugio per la notte in case, alberghi e scuole. Solamente dopo un anno e mezzo e tanti lavori ingegneristici è stata rimossa la nave per poi essere smantellata nell’area dell’ex superbacino del porto di Genova. Francesco Schettino è stato considerato colpevole di questo disastro e arrestato con una condanna di 16 anni nel carcere romano di Rebibbia.

Edo Somma