70 volte Massimo

70 volte Massimo

Il 3 maggio del 1951 nasce Giovanni Calone (in arte Massimo Ranieri) a Napoli, nel quartiere di Santa Lucia. Giovanni, figlio di Giuseppina Annibale ed Umberto Calone, è il quinto di otto figli. Le condizioni economiche di famiglia Calone non sono delle migliori e Massimo, da buono “scugnizzo”, lo capisce subito, iniziando a lavorare da piccolo così da guadagnarsi da vivere: si cimenta nelle varie professioni come un abile equilibrista, trovandosi anche a cantare per i turisti; la sua voce è molto bella, ma Massimo, a volte, preferirebbe tenerla per sé. Lui stesso, pochi anni fa, ci ha raccontato un aneddoto che dopo più di cinquant’anni di carriera sembra quasi essere un segno del destino: i suoi amici lo portarono su uno scoglio e lo minacciarono con ”O canti o ti buttiamo a mare”, e dato che Massimo non sapeva nuotare (ha imparato a 43 anni), è costretto a “fare l’usignolo” (da qui nasce anche il titolo del suo spettacolo “Canto perché non so nuotare…da quarant’anni”). La sua luce inizia a brillare insieme a quella di Sergio Bruni, e nel 1964 i due cantanti partono per gli Stati Uniti dove Giovanni incide il suo primo 45 giri. Da questo momento sarà un susseguirsi di successi, dalla vittoria al Cantagiro, alla partecipazione al festival di Sanremo. A 18 anni egli intraprende la strada del teatro il quale ha forgiato il suo lato “pulcinellesco” che lo accompagna tutt’ora. Nel 1969 ritorna al festival di Sanremo in compagnia di Orietta Berti con “Quando l’amore diventa poesia” e di nuovo al Cantagiro con “Rose Rosse”, pezzo che ancora oggi rappresenta un suo cavallo di battaglia. Massimo non ha più un minuto libero, pubblica tantissimi successi in poco tempo che lo avvicinano sempre di più al cuore degli ascoltatori, ma all’improvviso scompare dalla scena per dedicarsi al teatro. Questo ha dato a Massimo tante soddisfazioni: inizia grazie a Giorgio Strehler, il quale vide in lui del potenziale dandogli l’occasione per dimostrarlo, e solo pochi anni dopo lo ritroviamo in sceneggiati come “All’ombra nera del Vesuvio” ed altri. La sua anima inizia, però, a battere i colpi: vuole cantare ed il nostro istrione l’accontenta tornando al posto che merita. Il pezzo finale di quel puzzle di successi arriva nel 1988 con la vittoria a Sanremo di “Perdere l’amore”. Le canzoni che egli interpreta diventano tantissime e gli italiani le conoscono tutte senza neanche un’incertezza, cantandole mentre lavorano, mentre cucinano, o semplicemente quando vogliono ascoltare un artista. In epoche più recenti, egli sbarca di nuovo in tv con lo spettacolo “Sogno e Son desto” o in periodo di pandemia con “Qui E Adesso”. Giovanni ora è il Grande Massimo Ranieri che conosciamo, ma in cuor suo è ancora quel “Giovannino” umile senza soldi in tasca, ma con tanti sogni che valgono più di ogni ricchezza; e proprio quest’ultima non è mai stata fondamentale per il cantante: infatti è emersa da interviste che la sua forte personalità non è attaccata ai soldi, ai quali Massimo non attribuisce valore e non ostenta; infatti, come da lui dichiarato, non ama andare in vacanza o avere una grande villa, perché il posto più bello in cui vive è il cuore di milioni di italiani e stranieri. Gli anni sono passati, ma nulla è cambiato per quest’anima istrionica che oggi compie 70 anni, e che dedicherà ad analizzare tutto quello che il passato gli ha lasciato. Tanti auguri Massimo Ranieri.

Grazia Scognamiglio