“Vaccino, obbligo o dovere?”

“Vaccino, obbligo o dovere?”

In questi mesi, per la prima volta da marzo scorso, si incomincia a vedere il primo barlume di luce in fondo al tunnel. Il 2 dicembre 2020, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha esposto le linee guida del piano vaccinale. La vaccinazione sarà gratuita e garantita per tutti e ci saranno oltre 215milioni di dosi disponibili, che verranno distribuite alla popolazione secondo una divisione in varie categorie, alcune delle quali avranno la priorità. La campagna vaccinale è iniziata in tutta Europa il 27 dicembre 2020, nella giornata rinominata Vaccine Day: circa 9750 dosi sono arrivate in Italia, e sono state distribuite alle varie regioni. Tra le prime persone ad essere vaccinate c’è stata anche Maria Rosaria Capobianchi, ricercatrice dello Spallanzani, che per prima riuscì ad isolare il virus. Nonostante la vaccinazione contro il Covid-19 rappresenti un grande punto di svolta nella lotta contro la pandemia, che sta mettendo in ginocchio il tessuto sociale ed economico mondiale da quasi un anno, ci sono molte persone che ancora hanno paura di vaccinarsi. C’è, ad esempio, chi crede che il vaccino non sia sicuro perché approvato “troppo velocemente”. Ma questa ipotesi è stata smentita più volte. Infatti, come si può facilmente leggere sul sito dell’AIFA (Agenzia del Farmaco Italiana), i vaccini utilizzati al momento in Europa, cioè Pfizer/BioNTech e Moderna, sono stati approvati regolarmente dall’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali). In più, si può facilmente intuire che le tecnologie impiegate nella ricerca farmaceutica odierna siano molto più sviluppate di quelle che si utilizzavano anche solo dieci anni fa, e che quindi sia molto più facile sviluppare un vaccino efficiente e sicuro anche in poco tempo. Un’altra fonte di preoccupazione è, per molti, il contenuto del vaccino. Abbiamo sicuramente sentito la frase “Ho paura di vaccinarmi perché non so cosa c’è nel vaccino”. Ma ha davvero senso avere questa preoccupazione? Forse no, per due motivi. Facendo questo ragionamento, dovremmo avere la stessa paura per ogni farmaco che immettiamo nel nostro corpo. Ma quanti di noi sanno realmente cosa c’è nella tachipirina? O nell’aspirina? O ancora, nell’antibiotico? Inoltre, sul sito dell’AIFA, è disponibile un documento che illustra dettagliatamente il contenuto del vaccino e come esso agisce all’interno dell’organismo. Poi ci sono, come sempre, i sostenitori delle teorie complottiste, il 5G, Bill Gates e le case farmaceutiche, i complotti della Cina, i divulgatori di fake news e i negazionisti, a partire da personaggi famosi come Miguel Bosè, che l’agosto scorso ha partecipato alla manifestazione No-Vax a Madrid, incitando i giovani alla “resistenza” contro le misure anti-Covid. Ancora, il tennista Novak Djokovic, che aveva criticato il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine. Arriviamo poi a prestigiosi leader politici come Donald Trump, Jair Bolsonaro e Boris Johnson. A chi è ancora in dubbio, però, vorrei ricordare quanto i vaccini siano stati un passo importante, non solo per l’avanzamento della medicina moderna, ma in generale per l’umanità. Facciamo un salto nel passato. Nel 18esimo secolo, il vaiolo era una delle malattie più diffuse al mondo: è stato stimato che il virus abbia ucciso circa 400milioni di europei l’anno per tutto il corso del secolo. Le devastanti conseguenze di questa malattia furono fermate proprio dal vaccino contro di essa. Fu sviluppato nel 1796 dall’inglese Edward Jenner, ed è stato il primo vaccino della storia. A partire da maggio, fino ad oggi, i morti di Covid-19 arrivano ad essere circa 1,95 milioni e la vaccinazione rappresenta l’unico vero mezzo per evitare che i numeri continuino ad aumentare ancora di più. Vaccinarsi è un dovere, verso chi amiamo, verso chi non può farlo anche se volesse e, soprattutto, verso noi stessi.

Giorgia Monticelli