La violenza sessuale… da un italiano la posso sopportare. Da uno straniero no

Ecco le parole di un leghista di Cascina.
Durante un’intervista di Piazza Pulita, il signor Antonio Biasci, senza alcun filo conduttore con la domanda rivoltagli dal giornalista, fa un’affermazione di dubbio gusto.
Guardiamo in modo contestualizzato la conversazione e analizziamola insieme, giusto per renderci ancora più conto dello schifo sempre più radicato nella nostra società.
Biasci rivolto al giornalista, il quale era a Cascina per girare un servizio riguardante un regolamento che precluderebbe l’accesso alle case case popolari a molte famiglie straniere, afferma: “Se tu avessi una sorella, te l’acchiappano e te la violentano. Cosa gli fai te?”.
Alla chiara espressione di incapacità di comprensione del discorso, da parte del giornalista, espressa con un: “Che discorso è?”,  il signor Biasci decide di rendere ancora più chiaro il concetto, espresso pochi attimi prima, uscendosene con la frase: “Niente, è un discorso che, voglio dire, danno noia anche alle donne”.
Perché, giustamente, l’essere: toccata, palpeggiata, e il ricevere insistenti apprezzamenti da un qualsiasi uomo considerato italiano, senza desiderare certe attenzioni, perché, mio carissimo signor Biasci, un uomo di colore può essere anche italiano,   non le dà assolutamente noia.
Non le dà assolutamente noia essere ‘abbordata’, con frasi imbarazzanti, in una discoteca, in un bar o in all’interno di un mezzo pubblico; quando l’unica cosa che vorrebbe fare, magari, è godersi una serata con gli amici, o anche da sola, dopo una giornata stressante.
Non le dà assolutamente noia, dinanzi ad apprezzamenti molto spinti, da parte di ITALIANI, sentirsi dire le frasi: ‘non sei contenta? Vuol dire che sei apprezzata!’
No, non é contenta se un ragazzo o un uomo, indipendentemente dall’età, fa apprezzamenti sul mio culo o sul mio davanzale, quelli non sono complimenti.
Quello è “oggettificare” una persona.
E sí, signor Biasci a lei,  dà molta noia anche se  è un italiano  a fare queste cose, non le dà noia solo se le fa uno straniero.
Ma, andiamo avanti con il dialogo, perché quanto affermato fino ad ora non è niente.
Saltando qualche piccola parte, si arriva al clou della conversazione.
Alla domanda: ‘Le violentano solo gli immigrati?” di Alessio Lasta, il povero giornalista che ha avuto il piacere di conoscere questo signore, quest’ultimo risponde prontamente:” Anche gli italiani. L’italiano lo posso sopportare. Ma che te vieni in Italia e che mi violenti anche la sorella a me non va bene”.
Non ti va bene se lo fa solo un immigrato? Non ti dovrebbe andare bene che tua sorella, una qualsiasi donna, venga stuprata, punto!
Lasta a tale affermazione ha sbarrato gli occhi e ha chiesto: “Quindi da un italiano può sopportare la violenza?” ottenendo, purtroppo, una risposta affermativa.
Beh, se lui può sopportarla una qualsiasi donna, un qualsiasi essere umano con un po’ di buon senso, no.
Io, in quanto donna, non sopporterei una violenza né da un italiano né da uno straniero.
Perché io non sono un oggetto, io sono una persona.
Non sono un trofeo.
Dove sta scritto che non posso uscire di casa da sola la sera?!
Dove sta scritto che devo preoccuparmi se indosso un pantaloncino un po’ più corto, una gonna o una maglietta scollata?!
Dove sta scritto che non posso bere perché, altrimenti se un uomo mi stupra, è perché me la sono cercata?!
Il problema non sono io, il problema è l’essere umano.
E non pensate che questo articolo sia prettamente rivolto ad un pubblico femminile e che valga solo per le donne, perché non è così miei cari.
Una qualsiasi persona che subisce ciò è vittima di violenza.
Che sia un uomo che la subisce da una donna o da un altro uomo, non è meno vittima di me.
E smettetela di pensare che: razzismo, sessismo, ignoranza e orientamento politico siano tutte cose distinte perché, spesso, vanno a braccetto.

Olga Chiosso